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152 memorie inutili


Fu quello il tempo ch’io conobbi il signor Antonio Testa causidico, uomo meritamente reso celebre, e nato per sostenere con sommo valore la sua professione. Lo scelsi per difensore e mi scagliai senza gran volontá nelle guerre sostenute per lo piú dal cavillo, che mi tennero occupatissimo ben diciott’anni, ne’ quali ebbi occasione di studiare l’umanitá che popola le sale del gran Palazzo e i sistemi delle battaglie che ivi si fanno.

Gl’invecchiati abusi introdotti e in ogni etá corsi con maggior raffinamento da un esercito di forensi, la maggior parte di mente sottile e non tutti d’animo retto, hanno formato un sistema, nella direzione del piatire, quanto falso altrettanto solido e non separabile dalla sua falsitá. De’ sensi oscuri e mutilati, delle proposizioni oracoli nelle contestazioni, degli atti preliminari, non sono che reti reciproche tese con delle viste di far imbrogliare e cadere in un disordine di direzione; e delle dispute ingegnosissime di prove bistorte e sui crudeli effetti de’ giudizi che sono per nascere, sovente fanno trionfare il torto e rendono la ragione sfregiata, abbattuta e talora indigente, a segno che si rimane cadavere colle vesti del torto.

Non credo, né si deve credere, che ci sieno stati o ci sieno alcuni giudici poco dotti, poco illuminati e incapaci di giudicare le controversie. Se ciò fosse, potrebbesi temere che la penetrazione degli acuti e audaci causidici avesse, pro tempore, tutto arrischiato, cogliendo de’ vantaggi da questa sciagura, e che questa sciagura avesse parte col falso sistema stabilito e fissato.

Questo sistema, da cui non possono uscire né gli onorati né gl’inonesti causidici negli assalti e nelle difese de’ loro clienti, ha una cert’aria di maligno, di cavilloso, di sopraffattore, d’ingannatore, d’astuto e d’oppressore, che rende, con ingiustizia, soggetti alla satira tutti i forensi generalmente.

Un filosofo scrittore francese, esaminando il ceto forense della sua nazione, considera, con un tratto satirico sanguinoso, la ragione per la quale i principi soffrono ne’ loro stati questo genere di persone.

Se queste menti sublimi, sottili e inquietissime, nodrite dalla lor bália Discordia — dic’egli — non fossero occupate e non