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parte prima - capitolo xviii 125

nella famiglia, sulla vita del mio buon padre, per mille dugento ducati a S. E. il signor proccuratore Sagredo, di memoria felice.

Quantunque nella compagnia ch’io teneva quella sera al mio caro padre sfuggissi con accuratezza di lasciar correre il menomo cenno d’amarezza sulle cose accadute in quel giorno, egli mi guardava e piangeva di quando in quando, ed io proccurava indarno dal canto mio di risvegliare in lui delle liete idee.

Vorrei potermi scordare una notte, che fu per me una delle piú oscure e angosciose della mia vita.

Quel povero infermo, paralitico e muto da sett’anni, ma d’una mente acutissima, raccogliendo tutti i suoi spiriti, balbettando, facendo de’ cenni e talora piangendo, mi fece troppo chiaro comprendere i suoi dispiaceri sulle circostanze nelle quali era caduta la famiglia. Spiegò mirabilmente che compativa l’acerbezza che sentiva anch’io sul contratto ch’era per farsi. Espresse con mio stupore e dolore ch’io avessi una breve pazienza, ch’egli era vicinissimo alla morte; e che la sua mancanza restituiva alla famiglia la casa di sopra venduta sulla di lui vita, e ch’era quella molto migliore dell’abitata. Terminò questo muto ma eloquente discorso colle lagrime.

Commosso io nell’intimo del mio cuore, tentai di calmarlo e di persuaderlo a non far raggirare per la sua mente pensieri tanto afflittivi.

M’avvidi che per rendermi odioso anche al padre mio non era stata rispettata nemmeno la sua infermitá colle riferte a modo altrui. Non feci alcun cenno sopra ciò per giustificarmi, e tacqui la mia ferma volontá di partire, per non accrescere il suo turbamento. Egli doveva passare, due giorni dopo quella sera fatale, nel Friuli, ed io disponeva mentalmente di partire, due giorni dopo la sua partenza, per la Dalmazia.

Sembrava calmato da’ simulati modi gioviali e dal mio rivolgere alle risa tutti i mesti argomenti.

Volle alzarsi dal sedile per entrare nel letto. Lo soccorsi a drizzarsi, ma egli vacillava piú del solito e declinava colle ginocchia verso alla terra. Lo presi abbracciato, sostenendolo. Momento crudele! M’avvidi che un ultimo colpo di fiera apo-