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Rugger la vedea sempre in gran pensiero
per il risparmio, onde non bada a questo;
sol perch’egli era alfin pur cavaliere,
parecchie volte si mostra rubesto,
dicendo: — Moglie, a ragionar sincero,
alcun de’ vostri fatti m’è molesto,
e farete le mani aspre e callose,
che v’avvilite troppo in certe cose. — 12
Quest’era per Rugger poca sciagura
a petto quella che gli dá Marfisa,
la qual va rovesciando ogni misura
pe’ suoi capricci, e spende in una guisa
da far venire a Creso la paura;
e compra e vende, e il fratel non avvisa,
e cambia fogge e vestiti ogni giorno;
sembra il mercato ov’ella fa soggiorno. 13
Oggi faceva legar diamanti,
diman non gli voleva piú a quel modo;
lega, rilega, spendea piú contanti
in legature che nel valor sodo;
ch’or gli voleva balle, ora brillanti,
ora in nastro, ora in fiore ed ora in nodo.
Gli artier mascagni laudano ogn’idea,
giurando che piú d’essi ne sapea. 14
Sarti, mercai, ’calzolai per le scale
andavan suso e giuso a tutte l’ore,
e conveniva loro metter l’ale
per non provar di Marfisa il furore.
Chi merletti, chi drappo o cosa tale,
chi vesti seco porta e dentro e fuore,
e chi polizze vecchie non pagate;
poi va via con le gote rigonfiate.