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AL NOBILE E VALOROSO CAVALIERE

IL SIGNOR MARCHESE

FRANCESCO ALBERGATI VEZZA.


A

VOI è noto, amabilissimo Signor Marchese, quanto benignamente mi ama il Signor Senatore Albergati vostro congiunto1. So che siete ambidue legati dalla parentela non solo, ma da reciproco amore. Posso dunque a ragion lusingarmi, che vogliate avere per me lo stesso affetto e la stessa bontà. Quando sono venuto in Francia2 mi ha onorato il Signor Senatore di una sua lettera da presentarvi, l’ha accompagnata coi sentimenti più teneri di stima e d’interesse per voi, e di consolazione per me. Gli elogi fatti alla vostra persona ed al vostro merito da un Cavaliere sì giusto, sì illuminato e sincero m’invogliarono sempre più di conoscervi, e di acquistarmi la grazia e protezione vostra. Giunto a Parigi3, non mancai subito di adoperarmi per rintracciarci, ma tutti e due forestieri, nel vortice di sì popolosa Città, penai qualche poco prima di aver il piacere di rinvenirvi4. Ciò mi è riuscito soltanto allora quando la fortuna mi ha fatto penetrare nelle case più illustri, nelle conversazioni più riguardevoli del Paese, dove vi ho ritrovato assai conosciuto, amato e stimato. Pria di vedervi, mi è stato fatto il vostro ritratto, mi è stata epilogata la serie de’ vostri meriti in questo Regno. Vedrai (mi dicevano) un Cavaliere di spirito, un uomo amabile, con un fondo di sincerità e d’onoratezza che fa onore alla sua Famiglia ed al suo Paese; egli è Italiano, della città di Bologna... Su quest’articolo non avea bisogno di essere illuminato, troncai con impazienza l’altrui ragionamento, ed ebbi la vanità di far conoscere ch’io n’era

  1. Intorno a Franc. Albergati-Capacelli v. la lettera di dedica e la nota storica della Serva amorosa (vol. VIII).
  2. La presente lettera di dedica fu stampata in testa alla commedia nel t. Vi dell’ed. Pasquali che riuscì a Venezia nel principio del 1764.
  3. Giunse il Goldoni a Parigi ai 26 agosto del 1762.
  4. Si veda la lettera del Goldoni da Parigi al senatore Albergati-Capacelli, 24 gennaio 1763 (Lettere di C. G. per cura di E. Masi, Bologna, 1880, p. 192).