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378 ATTO QUARTO
M. Saixon. Ecco un repicco a voi. Marito, gliel’ho dato.

Saixon. Che cosa?
M. Saixon.   Un bel repicco.
Saixon.   Non altro?
Lorino.   Io l’ho pigliato.
Saixon. Giocate, se volete; per voi è sempre festa.
M. Saixon. Ho vinto sei partite. (al signor Saixon)
Saixon.   Ho altro per la testa.
M. Saixon. Che uom senza maniera! Monsieur Lorin garbato,
Ho vinto tre ghinee.
Lorino.   Son io lo sfortunato.

SCENA XIV.

Madama di Brindè e i suddetti.

M. Brindè. Ah signore, di voi veniva in traccia appunto;

Vi vidi di lontano, accorsi, e vi ho raggiunto.
So che pietade umana fu sempre il vostro nume,
Nè stimolo bisogna a chi opra per costume.
Pur le mie preci aggiungo, signor, per opra tale,
Che forse il nome vostro può rendere immortale.
Saixon. Dite, madama, dite. Andiamo per le corte.
Farò quel che potrò.
M. Saixon.   (Parlassero più forte!)
(ascolta con attenzione quel che dicono nella strada)
Lorino. (Giochiam). (alla- Saixon)
M. Saixon.   (Zitto). (a Lorino, seguitando ad ascoltare)
M. Brindè.   Signore. Un uomo sventurato
S’ingiuria da un milord, e vien perseguitato.
Il misero è Jacobbe, che cerca un protettore;
Wambert a voi ben noto è il suo persecutore.
Saixon. Avrà la sua ragione.
M. Brindè.   Un pazzo amor l’accende
Per me che l’aborrisco, e amor da me pretende.
Vede Jacob distinto, lo crede il suo rivale,