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374 ATTO QUARTO
Chi sa che gl’impostori?... Leggasi prima il foglio.

Satire a me? Può darsi tanta ignoranza e orgoglio?
(legge piano)
Ah scellerato, indegno, così de’ pari miei
Si parla e si canzona? Anima vil, chi sei?
Se a me tu fossi noto... Ma lo saprò, lo giuro,
Nel centro della terra da me non sei sicuro.
Fosse Jacob? nol credo. Ma chi sarà l’audace?
Fosse monsieur Lorino? Ei ne saria capace..
Ma nemmeno: un francese in Londra rifugiato
Non può de’ cavalieri parlar sì sconsigliato.
Ah, se egli fosse... chiunque sarà la mano ardita,
Pagar la tracotanza dovrà colla sua vita.
In ridicolo pormi? Smanio, deliro e fremo.
Elà. (passando al caffè)

SCENA X.

Gioacchino e il suddetto.

Gioacchino.   Signor.

Milord.   Da bere. Porta dell’acqua; io tremo.
(siede sopra una panca)
Gioacchino. (Va a prendere dell’acqua.)

SCENA XI.

Madama Saixon sulla loggia con monsieur Lorino, e Rosa che porta un piccolo tavolino, e detto; poi Gioacchino che torna.

M. Saixon. Qui, qui giocar vogliamo. Al fresco, all’aria pura.

Rosa. Stupisco, che vogliate giocar con quest’arsura.
(le accenna monsieur Lorino)
Lorino. Arso non son qual credi, fantesca impertinente.
Questi sono denari. (fa vedere la borsa)