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IL FILOSOFO INGLESE 357

SCENA X.

Signor Saixon che esce di casa, e detti.

Emanuel. (Panich è mal condotto). (da sè)

Panich.   Oh donne indiavolate!
Rosa. Si parte o non si parte?
M. Saixon.   Andate o non andate?
Saixon. (Si volta, osserva le donne che gridano, si pone a ridere fortemente, e parte senza dir nulla.)
Panich. Vado; se più ritorno, che sia tagliato in fette.
Vi venga la saetta, che siate maledette. (parte)
M. Saixon. Indegno! (lo seguita)
Rosa.   Disgraziato! (lo seguita)

SCENA XI.

Emanuel Bluk, poi Milord Wambert.

Emanuel.   La donna è un animale;

Ma pur con qualche donna non l’ho passata male.
Conviene saper fare; trovarle il lor diritto;
Trattarle con dolcezza, amarle, ma star zitto.
Milord. Vedeste voi Jacobbe?
Emanuel.   Milord, non te l’ho detto?
Ei legge dal libraio di madama un viglietto. (parte)
Milord. La tresca scellerata continua ad onta mia?

SCENA XII.

Maestro Panich dalla casa di madama Brindè, e Milord Wambert.

Panich. Farò che me la paghi, strega, mezzana, arpia.

(verso la porta)
Milord. Con chi l’avete, amico?
Panich.   (Vo’ farle il mal che posso), (da sè)
Io l’ho con tre donnacce, che hanno il demonio addosso.