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LA FIGLIA OBBEDIENTE 453

Rosaura. Già fra me stessa ne dubitai, che voi mi credeste a parte della risoluzion di mio padre. Ah! Florindo, non mi fate così gran torto...

Beatrice. Poverina! Ella non ci ha colpa.

Florindo. Ma voi non mi diceste?... (a Beatrice

Beatrice. Che suo padre, vi dissi, l’ha promessa al Conte.

Florindo. Ed ella...

Beatrice. Io l’ho veduta piangere per amor vostro1.

Florindo. Non so che cosa credere. Rosaura, per amor del cielo, svelatemi sinceramente la verità. M’amate voi? Siete voi fedele a chi v’ama? Se foste in necessità di lasciarmi, penereste a farlo?

Beatrice. Che domande! Guardatela.

Rosaura. In questo foglio, dubitando di non vedervi, a voi io manifestava il mio cuore. Leggetelo, e comprendete da questo... (vuol dargli la lettera

Beatrice. Che bisogno vi è di una lettera, quando potete parlare a bocca? Ditegli i vostri sentimenti con libertà. Non vi prendiate soggezione di me. Son vostra amica, vi comparisco, e dove posso aiutar l’uno e l’altro, lo farò volentieri.

Florindo. Sì, cara, ditemi, se mi amate.

Rosaura. Oh cielo! Vi amo, ma...

Beatrice. Questo ma lasciatelo nella penna. Ella vi ama; e voi l’amate?

Florindo. Sapete ch’ella è l’anima mia.

Beatrice. Pensiamo al rimedio.

Rosaura. Qual rimedio, Beatrice? Voi sapete pure...

Beatrice. So tutto; ma il mondo è pieno di questi casi. Anche Livia si è maritata sei mesi sono contro il voler di suo padre, ed ora tutte le cose sono accomodate. Non ho tanti capelli in capo, quante ne conosco io che hanno fatto l’istesso.

Rosaura. L’esempio delle femmine pazze non dee regolare le savie. Livia si è maritata contro il voler di suo padre; ma

  1. Pap.: Io l’ho veduta lacrimar per voi con dirotto pianto.