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440 ATTO PRIMO

Rosaura. Perchè di quelle non andrete in traccia.

Lelio. Bravissima. Ah Florindo, ti ha trattato da ignorante. Gran Contessina! Siete la nostra delizia, siete la nostra gioia, la nostra consolazione.

Florindo. Poh! Andarsi a perdere colla marchesa Beatrice.

Lelio. Ah! Che dite? Vi è paragone fra questa e quella?

Rosaura. Vi supplico in grazia; in faccia mia non dite mal di nessuno.

Lelio. Io non dico male d’alcuno. Ma non potete impedirmi di dir bene di voi.

Florindo. Se siete adorabile, non volete che si dica bene?

Rosaura. Io non merito le vostre lodi.

Lelio. E se mi vien male a pensare quel che passa fra una certa persona e la marchesa Beatrice, non volete compatirmi?

Rosaura. Ma... Che cosa passa?

Lelio. Eh! niente. Galanterie.

Florindo. Parliamo d’altro.

Rosaura. Voi mi mettete in agitazione.

Lelio. Niente, madama, niente. Leggete il vostro libro, e lasciate fare. (con allegria)

Rosaura. E sempre peggio.

Lelio. Contessina, beviamo questa bottiglia?

Florindo. Eh! Non ci vuol favorire... Non siamo degni.

Rosaura. (Son piena di sospetti). (da sè) Aspettate, signori miei.

Corallina. (chiama)

SCENA XII.

Corallina e detti.

Corallina. Signora?

Rosaura. Porta una bottiglia di Canarie e dei bicchierini.

Corallina. Sì, signora. (Scrocconi!) (da sè, parte)

Rosaura. Favorite. Raccontatemi qualche cosa.

Lelio. Il Conte non è ancora venuto a casa?

Rosaura. No certamente.

Lelio. Ah? Sarà ancora lì. (a Florindo)