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LA MOGLIE SAGGIA 431


Brighella. Oh se lo conosso.

Pistone. Oh, quello è una buona limosina: si caccia per tutto, vuol saper tutto, e poi nelle botteghe conta tutto, e fa commedia di tutti.

Faloppa. Ed il mio padrone mangia e beve da questo e da quello, e fa l’adulatore.

Pistone. Tale1 e qual come il mio, fa l’amico a tutti, e poi li sbeffa.

Faloppa. Il mio è una razza bella e buona2.

Brighella. El mio l’è un diavol, nol se pol sopportar.

Arlecchino. E la me padrona! Maledetta! L’è insatanassada.

Brighella. Orsù, bevemo. Alla estirpazion dei padroni cattivi.

Arlecchino. Alla conservazion dei salari.

Pistone. Alla salute della libertà.3 (tutti bevono)

SCENA II.

Lelio, Florindo da una camera, e detti.

Lelio. Faloppa.

Florindo. Pistone. (Tutti s’alzano. Faloppa e Pistone vanno ad accendere le lanterne4)

Florindo. Andiamo.

Arlecchino. Comandela torzo?5

Lelio. Non importa.

Arlecchino. Servitor umilissimo. (Manco fadiga, e più sanità). (da sè, parte con Brighella)

Lelio. Che vi pare di questa cena?

Florindo. Per essere stata improvvisa, non vi è male.

Lelio. Tutta roba cattiva.

Florindo. La Marchesa spende, ma è mal servita.

Lelio. Non vi era salvaggiume.6

  1. Bett.: E lo padrone mio? Mandò, vene da chisso e da chillo ecc.
  2. Bett.: E lo mio è una razza bella e bona.
  3. Bett. aggiunge: «Fal. E viva lo mancià, lo vevvere, e no far niente».
  4. Bett.: i lampioni.
  5. La torcia. [nota originale]
  6. Bett.: salvatico.