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L'INCOGNITA 121


troverete in me tutto l’amore, tutta la protezione che abbisognare vi possa.

Rosaura. Voi mi consolate, signora, e niente meno sperar poteva dalla vostra pietà. Lelio m’insidia, Lelio mi perseguita. A forza mi vuol far sua. Io amo Florin...

Beatrice. (Come! Ama Florindo?) (da sè)

Rosaura. Egli mi vuol sua sposa...

Beatrice. (Florindo, impegnato a servirmi, vuole sposare costei?) (da sè)

Rosaura. Signora, voi non mi ascoltate.

Beatrice. (Ed egli a me lo tiene celato?) (da sè)

Rosaura. Sospenderò l’importunarvi, se vi do noia.

Beatrice. Dite, dite. Florindo vi ama? Vi fa sua sposa?

Rosaura. Sì, mia signora, il cielo impietosito di me, mi offre questa fortuna. Ma Lelio tenta distruggere le mie speranze, tenta rapirmi; ed il mio sposo, per sottrarmi da un sì fiero pericolo, allestito un calesse, m’involava questa mattina agli occhi di quel ribaldo.

Beatrice. (Mi sento arder di sdegno). (da sè)

Rosaura. Lelio ha scoperto la nostra fuga; ci sorprese coll’armi alla mano. Io salvata mi sono, ma di Florindo, oh Dio! sa il cielo che mai sarà succeduto.

Beatrice. (Fosse morto l’indegno! ) (da sè)

Rosaura. Venni qui a ricovrarmi, senza sapere dove mi portasse il destino. Eccomi nelle vostre braccia, eccomi ad implorare da voi pietà.

Beatrice. (Ecco nelle mie mani una mia nemica). (da sè)

Rosaura. Giusto è per altro, prima che v’impegnate a proteggermi, che dell’esser mio vi renda, per quanto posso, informata. Sappiate dunque ch’io sono...

Beatrice. Venite meco. Nelle mie camere con più agio vi ascolterò.

Rosaura. Vi sieguo ove comandate.

Beatrice. Precedetemi. Chi è di là?