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A SUA ECCELLENZA

LA SIGNORA CONTESSA

MARGHERITA PARACCIANI

MARESCALCHI.


A
LCUNI Amici miei, nobilissima Dama, mi van dicendo che anche le lettere, colle quali dedico e raccomando le Commedie mie, vengono lette con avidità e con piacere. Ciò non può essere certamente nè perchè sieno da me elegantemente scritte, nè perchè in esse studiato mi sia d’introdurre cose piacevoli, che non è questo il fine per cui son fatte: la ragione sarà piuttosto, perchè avendo io fatta scelta, nel dedicare le Opere mie, di personaggi illustri per grado, per nobiltà o per dottrina, godesi da ciascheduno sentire di quelli i meriti, le virtù, i fregj, e quei precisamente che nella serie de’ Mecenati miei si ritrovano, concepiscono degli altri maggior diletto, in compagnia veggendosi di tante eroiche persone, che della protezione loro mi onorano; ma che diranno eglino, allora quando il nome vedranno impresso dell’E. V. ne’ fogli miei? Di questo si consoleranno assaissimo tutti, e correranno con giubbilo a leggere questa ossequiosa mia lettera, in cui cose ritroverebbono alla espettazione loro conformi, se stile avessi e valor bastante per dar al Mondo la giusta idea degl’infiniti meriti di una così gran Dama. È nota bastantemente la Famiglia nobilissima da cui nata siete in Roma, e vive ancora colà il nome del fu Eminentissimo Paracciani, dietro l’orme di cui vanno i virtuosi Fratelli vostri, fra quali Monsignore Auditor di Ruota, pieno di meriti e di sapere; nota è parimente la Casa illustre de’ Sorbellongi romana, dove foste voi collocata con prime nozze, arricchendola d’un Figlio maschio, che nato da sì gran Madre, non può che promettere la felicità de’ parenti suoi. Cessato di vi-