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440 ATTO PRIMO

Colombina. Mangiatela, che è preziosa.1

Rosaura. Ma se non posso.

Colombina. Il medico dirà che non volete fare a suo modo.

Rosaura. La mangerò. (mangia)

Pantalone. Vardè, se la me voi ben, vardè.

Colombina. Il dottor Onesti si consolerà.

Rosaura. (Ride.)

Pantalone. Cara quella bocchetta che ride. Senti, fia mia, vedo che sto dottor Onesti no te varisse, ho pensa de muar mie dego, e ho trova un vertuoso2...

Rosaura. Oimè! mi vien male, non posso più. (getta via la zuppa, e balza dalla sedia)

Pantalone. Fia mia, cossa fastu?

Rosaura. Andate via di qua, non voglio nessuno.

Pantalone. Fermete, per amor de to pare.

Rosaura. Lasciatemi stare.

Pantalone. Se ti vol ben a to pare.

Rosaura. Non so di padre, non so di madre, non so s’io viva, non so s’io mora. Son fuor di me, tremo tutta.

Pantalone. Son qua mi, son qua mi. Nasa. (le sporge una boccetta al naso)

Rosaura. Andate via, andate via. Colombina, aiutami; signora Beatrice, per carità. (s’appoggia alle due suddette)

Pantalone. No ti vol to pare?

Rosaura. No.

Colombina. Non ha bisogno di voi, ha bisogno del dottor Onesti.

Rosaura. Il diavolo che ti porti. (dà una spinta a Colombina, e parte)

Pantalone. Poverazza! el mal ghe va alla testa. Presto, vôi chiamar i miedeghi, vôi far consulto. Vegnirà el dottor Onesti, vegnirà el dottor Buonatesta, chiamerò qualcun altro, vôi far consulto. Povera la mia putta! No gh’ho altro al mondo che questa.

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Ros. Oimè! mi fa nausea! Pant. Via, Uh sto sculieretto. Ros. Non posso. Pant. Per amor de to pare. Ros. Ma se non posso ecc.».
  2. Pap.: un boccon de virtuoso.