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LA FINTA AMMALATA 429

Pantalone. Come steu? Steu ben?

Agapito. Sta bene? Me ne rallegro.

Pantalone. Digo se vu stè ben. (forte)

Agapito. Io sto bene, se sono in grazia del mio veneratissimo signor Pantalone.

Pantalone. Grazie alla vostra bontà.

Agapito. Ha nulla da comandarmi?

Pantalone. Gh’ho qua sta ricettina, se volè far grazia.

Agapito. Favorisca, lasci vedere. L’ha fatta il dottor Onesti?

Pantalone. Giusto elo.

Agapito. (Il signor dottore dell’acqua pura). (da sè) Sentiamo che cosa dice: Recipe aquam putei recenter extractam, ponatur in vase vitreo, deinde offeratur puellae, ut bibat ad satietatem. (Oh bella ricetta!) Signor Pantalone, ha veramente male la signora Rosaura?

Pantalone. Poverazza! Xe tanto tempo che la gh’ha mal, e nissun ghe trova remedio1. (forte)

Agapito. Non faremo nulla.

Pantalone. No? mo perchè? (forte)

Agapito. Con queste ricette non si guariscono le malattie.

Pantalone. Tutti me dise che sto dottor Onesti xe un omo de garbo.

Agapito. Se fosse un uomo di garbo, lo vedreste frequentare la mia spezieria.

Pantalone. Caro sior Agapito, vu me mettè in agitazion.

Agapito. Come?

Pantalone. Me mettè in agitazion. (più forte)

Agapito. Io vi parlo da amico. Il dottor Onesti va per le lunghe, non la finisce mai. Vi parlo contro il mio interesse, ma vi parlo da galantuomo.

Pantalone. Ve son obbligà, bisognerà muarlo. (forte)

Agapito. Volete che io vi dia un bravo medico? Un uomo grande? Un uomo celebre? Galantuomo, bravo teorico, bravo pratico?

  1. Segue nell’ed. Paperini: «Ag. Chi è il medico ordinario della cura? Pant. El dottor Onesti. Ag. L’Onesti? Pant. . Ag. Oh! non faremo nulla ecc.».