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psico-estetico del lavoro diede A. Momigliano (Truffaldino e Smeraldina nel “Servitore di due padroni” in L’Italia moderna, 1906, p. 1298-1309). Nel primo di questi studi è considerata anche la fortuna del lavoro fuori d’Italia. Il S. d. d. p. fu tradotto, fino ad oggi, in 11 lingue almeno. Nella sola Germania ebbe ben 9 traduttori (riduttori), tra i quali il famoso attore Federigo Schröder (1744-1816) fu anche celebrato interprete della parte di Truffaldino (F. L. W. Meyer’s Schröder, Hamburg, 1799, 2 voll. passim). Tre riduttori ha l’Inghilterra, uno de’ quali (il Waughan) accusato di plagio da Elisabetta Caminer (Giornale enciclopedico, Vicenza, 1777, I. III pp. 9-11). Un paio di riduzioni conta la Francia, dove per opera dello stesso autore il S. d. d. p. ridiventò scenario (Lettere, pubbl. da E. Masi Bol. 1880, pp. 180, 200) e singole traduzioni si fecero (ed ebbero fortuna) in ispagnuolo, portoghese, olandese, danese, czeco, croato, sloveno e ungherese. Anche in Italia Truffaldino dovette servire a più padroni, costretto a Napoli a tramutarsi in Pulcinella (P. [Davide Petito] servo di due padroni, cfr. Rassegna critica della letteratura ital. 1900, p. 176), a Milano in Meneghino (M. Giuseppe Moncalvo; cfr. Brofferio nel Messaggiere Torinese, vol II, p. 312), a Firenze in Stenterello (S. servitore di due padroni, Firenze, Salani, 1880); e in toscano si recitava già nel 1777 a Firenze dalla Comp. Roffo. Di Jacopo Corsini, famoso attore di quella compagnia, che suggellava ogni recita con qualche poesiola, da lui composta e cantata, restano pel S. d. d. p. due ottave, una delle quali contiene una celia sboccata sul doppio sesso di Beatrice, l’altra si figura le difficoltà che certo il servitore non avrebbe superate, se avesse avuto a fare con due padrone. (Nella commedia intit. A. s. d. d. p. la sera del dì 17 genn. 1777 [lo stesso il 3 II 1779] in ottave cantate nel Teatro di Via del Cocomero dal Comico Signor Jacopo Corsini).

Truffaldino, come prova anche il rame dell’ediz. Pasquali, è uno dei tanti nomi cari ad Arlecchino e carissimo al Sacchi, primo e più celebre interprete del lavoro. Il nuovo battesimo fu certo omaggio dell’autore all’attore.

Di tutti i lavori goldoniani tratti da scenari, tradizionali nel teatro estemporaneo o inventati dal G., questo, meglio che altri, ci serba i modi della commedia dell’arte ed è così per noi quasi testimonianza della maniera onde i nostri comici davano vita ai soggetti.

E. M.

Questa commedia fu stampata dal Goldoni la prima volta nel t. III dell’ed. Paperini di Firenze, l’anno 1753, e subito fu ristampata a Pesaro (Gavelli, t. III, ’53) e a Bologna (Pisarri, t. VI, 1754 e Corciolani, t. VI. ’54). poi a Venezia (Bettinelli, t. VIII, 1755) e a Torino (Fantino-Olzati, t. IV, 1756); dopo alcuni anni uscì ancora a Venezia, nelle edd. del Pasquali (t. V, 1763) del Savioli (t. IX, 1771) dello Zatta (cl. 2, t. X, 1791), e a Torino (Guibert-Orgeas, t. V., 1772): infine a Lucca, a Livorno ecc. — La presente ristampa fu compiuta sul testo originale dell’ed. Pasquali, ma reca in nota i passi e le forme varianti dell’ed. Paperini. Valgono le osservazioni già fatte per l’Uomo di mondo a pag. 238.

Fine del primo volume.