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588 ATTO SECONDO


Truffaldino. Son qua. (risponde colla bocca piena, come sopra) Oh che roba preziosa! un altro bocconcin, e vegno. (segue a mangiare)

Beatrice. (esce dalla sua camera e vede Truffaldino che mangia; gli dà un calcio e gli dice) Vieni a servire. (torna nella sua camera)

Truffaldino. (Mette il bodino in terra ed entra in camera di Beatrice).

Florindo. (esce dalla sua camera) Truffaldino. (chiama) Dove diavolo è costui?

Truffaldino. (esce dalla camera di Beatrice) L’ è qua. (vedendo Florindo)

Florindo. Dove sei? Dove ti perdi?

Truffaldino. Era andà a tor dei piatti, signor.

Florindo. Vi è altro da mangiare?

Truffaldino. Anderò a veder.

Florindo. Spicciati, ti dico, che ho bisogno di riposare. (torna nella sua camera)

Truffaldino. Subito. Camerieri, gh’è altro? (chiama) Sto bodin me lo metto via per mi. (lo nasconde)

Cameriere. Eccovi l’arrosto. (porta un piatto coll’arrosto)

Truffaldino. Presto i frutti. (prende l’arrosto)

Cameriere. Gran furie1! Subito. (parte)

Truffaldino. L’arrosto lo porterò a questo. (entra da Florindo)

Cameriere. Ecco le frutta, dove siete? (con un piatto di frutta)

Truffaldino. Son qua. (di camera di Florindo)

Cameriere. Tenete. (gli dà le frutta) Volete altro?

Truffaldino. Aspettè. (porta le frutta da Beatrice)

Cameriere. Salta di qua, salta di là; è un diavolo costui.

Truffaldino. Non occorr’altro. Nissun vol altro.

Cameriere. Ho piacere.

Truffaldino. Parecchiè per mi.

Cameriere. Subito. (parte)

Truffaldino. Togo su el me bodin; evviva, l’ho superada2, tutti i è contenti, no i vol alter, i è stadi servidi. Ho servido a tavola do padroni, e un non ha savudo dell’altro. Ma se ho servido per do, adess voio andar a magnar per quattro. (parte)


  1. Paper., Savioli, ecc.: furia.
  2. Paper., Savioli ecc.: e viva e l’ho superada.