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l’educazione di un rigorosissimo Monistero, che appena ebbe agio, dopo sposata, di vedere fra i varj spettacoli di Venezia poche Commedie colla Servetta, confesso il vero mi ha sorpreso a tal segno, che non cesserò mai di parlarne. Disegnai a bella posta alcune scene fra lei e me nel soggetto, e mi trovai, sceneggiando all’improvviso con essa, in un impegno maggior di quello ch’io non pensava. Il talento adunque più che la pratica può Valere. In fatti l’Eccellentissima Signora Loredana, degnissima di Lei consorte, se in ciò ha dimostrato un piccolo saggio del suo talento, grandi maggiori prove ne ha dato nelle più nobili, nelle più serie occasioni, sendo l’oggetto del più tenero amore di tutta la nobilissima Famiglia vostra, e di tutti quelli che la conoscono ed egualmente la stimano. Oh quante lagrime ha fatto spargere la malattia lunga, pericolosa da lei sofferta! ma queste poi colla di lei guarigione convertite si sono in lagrime di tenerezza. Doni il Signore e a Lei e all’Eccellenza Vostra lunga vita e salute, per consolazione degli amici loro e dei loro Servidori divoti, fra’ quali ho anch’io l’onore di essere annoverato.
Di V. E.
Umiliss. Dev. Obblig. Servidore |