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344 werther.

o a non soccombere almeno; sollecito soltanto della mesta compagnia di quell’amabile creatura, a cui egli improvvidamente distruggeva la tranquillità e la pace, logorando ad un tempo le proprie forze, senza speranza e senza intento alcuno; irremovibile nella sua passione, ne’ suoi giudizii, nel suo modo di sentire, Werther si accostava a gran passi verso una fine sciagurata.

Qual fosse lo stato di quel misero, quali i suoi vaneggiamenti, le sue agitazioni, il suo crescente cruccio dell’esistenza, è chiarito dalle lettere che qui inframmettiamo.


12 dicembre.

Mio buon Guglielmo! io sono oggimai in quella condizione d’animo, in cui s’agitavano certamente