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mi trovo di continuo a contatto, e che non manco mai di osservare attentamente. Quale bellezza poi, e quale nobiltà di fisionomie!
Devo fare particolare encomio poi delle Vicentine, presso le quali s’incontrano i pregi delle abitatrici di una grande città. Non badano a voi, per quanto facciate per fissare la loro attenzione; ma se loro indirizzate la parola, vi rispondono con grazia e cortesia, le donne maritate sovratutto. Non voglio però far torto alle Veronesi, sono ben fatte di corpo, ed hanno un profilo caratteristico, sono in generale pallide ed il zendalo non giova a farle comparire, imperocchè anche sotto il migliore costume, si cerca qualcosa di seducente. Qui poi ho trovato figure bellissime, e fra le altre, una brunetta ricciuta, la quale mi ha ispirato un interesse particolare. Vidi pure una bella bionda, ma non mi andò altrettanto a genio.
Padova, il 26 Settembre a sera.
Sono arrivato qui oggi da Vicenza in quattro ore, in un legnetto ad un posto solo, a cui danno nome di sediolo, senz’altra compagnia che la mia persona. Si può percorrere facilmente la strada in tre ore e mezza, ma volendo godermi all’aperta campagna una giornata stupenda, non feci ressa al vetturino, perchè mantenesse i suoi impegni. Si cammina in una pianura fertilissima, sempre in direzione di mezzogiorno e levante, fra siepi ed alberi, senz’altra vista, in fino a tanto poi sorgono a diritta monti bellissimi, i quali corrono da mezzodì a levante. La quantità di piante di frutta fra le siepi, sui muri, sotto gli alberi, non si può descrivere. Si vedono zucche le quali opprimono i tetti del loro peso, e cocomeri meravigliosi, i quali pendono dalle travi e dalle spalliere.
Dall’osservatorio ho potuto farmi un’idea della bellissima posizione della città. Sorgono a settentrione i monti del Tirolo, che si vedevano oggi confusamente, perduti in parte nelle nebbie, ai quali si uniscono i monti di Vi-