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di vestire, ed il contegno degli individui specialmente del ceto medio, i quali erano numerosi e parevano occupatissimi. Muovevano tutti ambe le braccia nel camminare. Le persone di condizione distinta per contro, le quali in certe occasioni portano la spada, muovevano il solo braccio destro, siccome quelle che sono assuefatte a tener fermo il sinistro.
Tuttochè il popolo sia non curante ne’ suoi affari, ed in ogni cosa sua, tiene però aperto l’occhio sui forastieri. Potei osservare a cagion d’esempio che nei primi giorni tutti facevano attenzione a miei stivali, dacchè di questi, siccome calzatura troppo costosa, si fa uso qui durante l’inverno soltanto. Ora che esco di casa con scarpe e calze, nessuno più bada a me. Stamane poi per tempo, mi ha stupito che mentre tutti venivano dal mercato portando in mano un ricordo di quello, o fiori, o legumi, od aglio, tutti volgessero lo sguardo ad un ramoscello di cipresso, che portavo in mano, dal quale pendevano i frutti a foggia di quelli del pino. Inoltre, avevo alcune pianticelle di capperi in fiore. Tutti mi guardavano, uomini donne, ragazzi, e parevano trovare la cosa strana.
Avevo tolto quei rami nel giardino Giusti, il quale giace in un amena posizione, e dove sorgono cipressi giganteschi, a grande altezza, a forma di piramide. È probabile che nei tassi tagliati artificialmente in punta dei giardini del settentrione, si sia voluto imitare quest’albero stupendo, i cui rami tutti, giovani e vecchi, dalla base al vertice si drizzarno tutti verso il cielo. Desso vive non meno di tre secoli e si può pertanto dire meritevole di venerazione; giudicandoli dal tempo in cui fù piantato il giardino Giusti, questi avrebbero di già raggiunta quell’età rispettabile.
Vicenza, il 19 Settembre.
La strada che da Verona porta in questa città è molto amena. Si cammina verso i monti in direzione di setten-