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sopra di me, la sua forza di attrazione. Fra varie occupazioni, fra il preparare i bagagli, il saldare conti, venne la notte, e mi affrettai a portarmi sul molo.

Vidi di bel nuovo tutti i fuochi, e tutte le luci riflesse dalle onde del mare, le quali, per essere questa sera più agitate, le facevano vacillare maggiormente. La luna piena in tutto il suo splendore, gareggiava di luce colle fiamme del volcano, e con il torrente infuocato della lava, il quale proseguiva lentamente il suo corso. Avrei pure voluto portarmi colà, ma vi occorrevano troppi preparativi; non vi sarei potuto arrivare che al mattino. Non mi volli guastare coll’agitazione, coll’irrequietezza, la bella vista di cui godevo, e me ne stetti seduto sul molo, godendomela a mio bell’agio, ad onta dell’andirivieni della folla, de’ suoi discorsi intorno alla lava, de’ suoi paragoni con quella di altre epoche, delle sue conghietture intorno al corso che questa avrebbe potuto prendere, intorno ai danni che avrebbe potuti arrecare.


Napoli, sabbato 2 giugno 1787.

Anche questa bella giornata ho trascorsa per dir vero con piacere, e non senza frutto, con persone distinte; ma però contro i miei propositi, e pertanto a malincuore. Stavo contemplando con desiderio il fumo che scendeva lentamente dal monte verso il mare, segnando la strada percorsa d’ora in ora dalla lava. Neanco alla sera potevo essere libero. Avevo promesso di recarmi a far visita alla duchessa di Giovine1, la quale abita nel palazzo reale, dove, dopo avere salito parecchie scale, mi si fecero attraversare vari corridi, gli ultimi dei quali erano pieni di casse, di armadi, di tutti gl’ingombri della guardaroba di una gran dama. Trovai in una stanza vasta, al-

  1. Giuliana principessa Giovine nata baronessa di Mudersbach, fu dama di corte presso la regina Carolina. (Il Traduttore).