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Spesse volte ci andiamo pascendo di tali illusioni, le qual per essere sorte nella nostra mente, porgono molta analogia con i casi, e colle vicende della nostra vita.

Sono stato pure nel rinomato istituto scientifico, denominato l’università, ovvero lo Studio. Quell’edificio grandioso porge bell’aspetto, specialmente nella corte interna, tuttocchè non sia della migliore architettura. Non mancano gli affreschi, e gli ornati in istucco sulle scale, e nelle gallerie; tutto vi è disposto in buon ordine, e non si può fare a meno di ammirare i vari particolari di quell’istituto, ad onta che il complesso non possa andare totalmente a genio di un Tedesco, assuefato a metodi di studio più liberi.

Ho avuta occasione in questa città di ripetere una osservazione già fatta altre volte, vale a dire, che l’uomo, ad onta siano mutati i tempi, e siano mutate pure le sue stesse idee, difficilmente si spoglia di una prima impressione. Le chiese cristiane continuano a mantenere la forma delle basiliche, tuttocchè quella dei templi corrisponda forse meglio, alle condizioni volute dal culto. Parimente gl’istituti scientifici, ritengono tuttora l’aspetto di monasteri, a motivo che le scienze le lettere furono coltivate dapprima nel silenzio e nella quiete dei chiostri. Le sale dei tribunali italiani, porgono tutta quanta l’altezza e la larghezza, che valsero a dare loro i municipi e le corporazioni le quali le cressero; sono vere piazze, chiuse e coperte. E non continuiamo parimenti a costrurre i nostri teatri collocando la maggior parte degli uditori sotto ad un tetto, quasi si trattasse tuttora della prima baracca messa assieme con tavole, sul campo di una fiera?

Gli scuolari furono spinti nelle università a seguito del grande impulso dato alle scienze dalla riforma, e quanto tempo non ebbe ciò a durare, prima che si pensasse a radunare in un istituto gli orfani, ed a dare a quei poverini l’educazioue, e l’istruzione di cui tanto abbisognano?