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132 | gli sposi promessi - tomo i |
«Chi è, a quest’ora?» gridò una voce alla finestra, che
si aperse in quel momento: era la voce di Perpetua. «Malati non ce n’è: dovrei saperlo: è forse accaduta qualche disgrazia?»
«Son’io,» rispose Tonio, 1«con mio fratello, che abbiamo bisogno di parlare col sigr. curato.»
«È ora questa da Cristiani?» rispose agramente Perpetua: «che discrezione! tornate domani.»
«Sentite: tornerò o non tornerò: mi trovavo alcuni pochi soldi per 2 pagare al signor curato quel debituccio che sapete: ma se non si può aspetterò un’altra occasione, 3 questi so come spenderli e verrò quando ne abbia guadagnati degli altri.»
«Aspettate, aspettate: vado e torno: ma perché venire a quest’ora?»
4 «Se l’ora potete cangiarla, io non m’oppongo: per me son qui; e se non mi volete, me ne vado.»
«No no: aspettate un momento: torno con la risposta.»
Cosi dicendo richiuse la finestra: a questo punto Agnese si spiccò dai promessi e detto sotto voce 5 a Lucia: «coraggio; è un momento; come far cavare un dente,» venne a porsi dinanzi la fronte della casa aspettando che Perpetua uscisse per far vista di passare. Perpetua venne infatti tostamente, aperse la porta, e disse: «dove siete?» 6 Quando i due fratelli si mostravano, Agnese passò dinanzi a loro, e salutò Perpetua fermandosi un momento sui due piedi.
«Buona sera, Agnese,» disse Perpetua, «donde a quest’ora?»
«Vengo dalla filanda,» rispose Agnese, « e se sapeste... mi sono indugiata appunto in grazia vostra.»
«Oh perché?» rispose Perpetua; indi rivolta ai due fratelli, «entrate,» disse, 7 e aspettate che vengo anch’io.»
Quegli entrarono.
«Perché,» ripigliò Agnese, «una donna, pettegola! 8 credereste? si ostinava a dire che non vi siete sposata con Beppo 9 perch’egli non vi ha voluto. Io sosteneva che voi l’avete rifiutato...»