Sole, venne l’avviso in iscritto del Capitan Basarte; che ogni uno potea prendersi la sua roba; perche di già s’era fatta transazione, per las Alcavalas, o diritti Reggi, in tre mila pezze d’otto: ciò che fu ben poco per ducento mila pezze di valsente; pagandosi da’ Cinesi il 6. per 100.
Fatta porre in barca la mia cassa, e la valige, andai a terra presso la porta di S. Domenico; dove trovai un’Ajutante, mandato dai Governadore, che mi disse, che questi mi attendeva in palagio. Vi andai allora medesima; e fui ricevuto con molta cortesia, e regalato di cose dolci, e cioccolata. Era egli un Cavaliere quanto curioso, altrettanto virtuoso; e perciò mi trattenne per lo spazio di 4. ore, sempre interrogandomi de’ costumi de’ Regni, e delle nazioni, colle quali io, viaggiando, avea trattato: di maniera che stando già pronta una carrozza a sei, colla quale volea andare a diporto; fece tor via i cavalli, per soddisfar la curiosità. Alla fin, essendomi licenziato, mi si offrì gentilmente in tutto quello, che mi bisognava. Feci condurre le mie robe in una stanza del Collegio; dove venne ad onorarmi il P. Rettore; come avea fatto anche la notte antecedente.