Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/346

300 Giro del Mondo

tornare più tosto in dietro, che andare avanti i vascelli: onde noi avvedendoci di non poter dar fondo, per la profondità, fummo sforzati di scendere (camminandosi quivi sempre vicino terra) per piantar l’ancore; acciò non andassimo indietro, sopraggiugnendo la corrente contraria.

Il Lunedì 6. continuò l’istessa calma, e mancò anche per me il vento della tavola del Piloto; non avendo voluto più darmi da mangiare: e quello, che mi spiacque maggiormente si fu, che di 30. galline, portatemi da Goa, dopo averne consumate sette, l’altre tutte se n’erano volate; accidenti, che sogliono sopravvenire a’ viaggianti. Ritornato il vento il Martedì 7. ci facemmo avanti, colla prora quasi diritta a Mezzodì; e lasciando indietro l’Isola de los Degradados (dove i Governadori d’Acen confinano i delinquenti) giugnemmo a fronte dell’l’Isola della Reina: ricuperando il cammino di 50. miglia, perduto per la corrente contraria. Però il Mercordì 8. non solo cessò il vento, ma non potendosi dar fondo, la corrente portò il vascello sei miglia indietro.

Con poco vento il Giovedì 9. ci andam-


mo