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Del Gemelli. 237

12. e 14. palmi, sino all’acqua (dopo la quale non v’è da sperar diamanti) e si porta, entro grandi canestri, nell’aja mentovata. Quando è tutto quivi raccolto, s’empie il luogo d’acqua, e così si lascia sino a tanto, che tutta la terra sia divenuta fango. Vi si pone poi più acqua; ed aperti i forami, che di passo in passo sono nel muricciuolo, il fango se n’esce, e rimane la sabbia; che di nuovo si cuopre d’acqua, se non rimane netta. Seccata poi ch’ella è, si pone entro alcuno ceste, per farne cadere la più minuta; e pei rimessala nello stesso luogo, si batte tre volte con lunghi bastoni. Indi si toglie, e crivellata di nuovo, si stende; e si cercano i diamanti, in presenza del compratore, e degli ufficiali, i quali prendono a nome del Re, quelli che sono di un certo peso in su.

Nel luogo detto Raolconda (della Provincia di Carnatica, nel Reame di Vigiapur) vi sono miniere di diamanti, ma non vi si lavora. Il Re di Succadan nell’Isola di Borneo, ne ha migliori, ma pochi; e quelli si trovano nella sabbia del fiume, detto parimente Succadan.

Oltre i quadrupedi, e volatili d’Europa, ne ha l’India alcuni suoi particolari,


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