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versi; gli venne in mente un Patan assai potente, chiamato Gion-Kan, al quale avea egli salvata due volte la vita, allora quando, in pena della ribellione, Sciah-gehan comandò, che fusse gittato sotto l’Elefante. Risolvette aduque, mal grado i consigli del figliuolo Sepesce-Kuh, e della moglie, d’andarlo a trovare. Quivi giunto fu accolto in prima cortesemente; ma la seguente mattina il traditore, ed ingrato Patan, con molta gente armata, se gli gittò sopra; ed uccisi alcuni soldati accorsi alla difesa, fecelo ligare insieme colla moglie, e’l figliuolo, togliendosi tutto il danajo, e le gioje. Postolo quindi sopra un’Elefante, con un Carnefice dietro, che dovesse ucciderlo ad ogni minimo segno di fuga; lo condusse al Campo di Tatabakar, dove lo pose nelle mani di Mirbabà Generale, che lo fece dal medesimo trasportare a Lahor, ed indi a Dehli. Essendo alle porte di Dehli, furono varj i pareri di Oreng-zeb, e de’ suoi, se doveano farlo passare per mezzo la Città, o nò, per mandarlo a Gavalcor; ed alla per fine si deliberò di porlo malamente vestito, colla moglie, e’l figliuolo, sopra un ridicolo Elefante; e così farlo passare per mezzo la Città, coll’infame Patan allato.


Ri-