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cominciò a dirgli: che non era giusto, che avendo la sua famiglia in mano di Darà, egli s’arrischiasse a far in palese alcuna cosa in suo favore; ma che dall’altro canto non vi era difficultà, che non potesse superarsi. Vi proporrò adunque (soggiunse) un mezzo, che non vi parrà strano, quante volte vorrete pensare alla sicurczza di vostra moglie, e figli; ed è, che voi soffiate, che io vi ponga in prigione (che senza dubbio tutti crederanno esser da dovero, avendo voi per uomo da non soffrirlo da scherzo) e frattanto io mi servirò d’una parte delle vostro schiere, della vostra artiglieria, e di qualche somma del vostro danajo (come tante volte mi avete offerto) e mi porrò a tentar la fortuna. L’Emir, o che fusse per l’amicizia giurata a Oreng-Zeb, o per le gran promesse altre volte fattegli; o perche vedesse Sultan Mazum presso a lui bene armato, e Sultan Mahmud, che gli faceva mala ciera; si condusse a far tutto quello, che quegli voleva, lasciandosi imprigionare in una camera. A tal novella tutta la sua gente prese l’armi per liberarlo, ed essendo in gran novero l’arebbe fatto, se Oreng-Zeb con lusinghe, promesse, e doni non l’aves-


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