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160 Giro del Mondo


Sulle 16. ore adunque ritornai nel secondo cortile, serrato di tele dipinte, dieci palmi alte all’intorno. Quivi, dalla parte delle stanze Reali, era da due gran legni sostenuta la tenda d’Audienza, al di fuori coperta di tela rossa ordinaria, e dentro adorna di più fina, e di picciole cortine di taffetà. Sotto questa tenda era un quadrato di fabbrica, alto quattro palmi dal piano, serrato da balaustretti di argento (alti due palmi) e coperto di tappeti finissimi: nel mezzo sei palmi più in dentro, s’elevava la fabbrica un’altro palmo, e formava come una predella; a gli angoli della quale erano quattro aste coperte d’argento, che colla cima giugnevano al cielo della tenda. Quivi era il Trono, parimente quadro, di legno dorato, alto tre palmi dal suolo; al quale si entrava per un picciolo scannello d’argento. Vi erano sopra tre origlieri di broccato, due per servire a’ fianchi, ed uno alle spalle. Non guari di tempo dopo venne il Re a piedi (appoggiandosi ad un lungo legno biforcato nella sommità) preceduto da molti Ombrah, ed infiniti Cortigiani. Vestiva una cabaja bianca, ligata sotto al braccio destro, come usano i Maomettani; a differenza de’


Gentili,