Pagina:Giro del mondo del dottor d. Gio. Francesco Gemelli Careri - Vol. III.djvu/20

8 Giro del Mondo

bri del lor proprio male, i Portughesi ritiratisi nella Piazza, cominciarono per beffa a tirar sul campo nemico porcelletti (tanto abbominati da’ Maomettani) per mezzo del Pappagallo, ch’è un’ingegno dì carta (ottenuto da cannuccie, che ajutato dal vento si porta in aria, e vien governato da una corda.

Si mantengono con molta splendidezza i Portughesi nell’Indie; così nella mensa, come nel vestire, e nel numero de’ Cafri, o schiavi a loro servigio; facendosi da alcuni di quelli portare il Palanchino, e da altri grandi parasoli di foglie di palme. Il Palanchino è come una bara di legno dipinta, e dorata, lunga sette palmi, e larga quattro, con due ben lavorati ripari da capo, e da piedi. Dentro vi pongono un tappeto di Persia, e sopra un cuojo di Moscovia (per non riscaldarsi le reni) e due origlieri coperti di seta, sopra i quali va la persona distesa. Vi stanno poi attaccate le corde, o pure annelli di ferro, per cui si passa il Bambù, o canna d’India ben grossa; che poscia si recano in spalla i Neri, due avanti, e due dietro in fila; essendo pochi coloro, che si sanno portare da due. Colui, che va dentro, vien coperto da un parasole d’otto palmi


di