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Del Gemelli. 129

prete, e’l facchino in custodia della roba, mi posi in ballone, ed andai a parlare a quel Prelato, nella sua casetta di campagna; dove subito ebbi di sua mano scritta la licenza necessaria. Imbarcatomi quindi in un’altro ballone circa ora di mezzodì, costeggiai la muraglia della Città, lungo il Canale; passando dopo quattro miglia per lo Forte di S. Blas, fornito d’otto piccioli pezzi; e due miglia più oltre per lo Castello di S. Giacomo, provveduto di 12. piccioli cannoni. Quivi fatta vedere la licenza al Capitano dei Forte, mi permise di passare dall’altra parte del Canale, sul paese del G. Mogol.

Stemmo lungo tempo in una capanna delle guardie; non trovandosi animali, nè persone, che conducessero le robe d’un’Armeno, e d’un Moro; che si erano accompagnati meco. Alla per fine, vedendo farsi già notte, per forza le facemmo portare da alcuni Gentili nel Casale d’Arcolnà. Quivi non trovandosi cosa alcuna da comprare l’Armeno, e’l Moro se la passarono con un poco di riso mal cotto; e tanto poco, che i grani nuotavano sull’acqua, che poi servì di bevanda. Passai la notte sotto alcune palme di cocchi, in continua

     Parte III. I vigi-