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to di fina porcellana; il pavimento coperto di buoni tappeti; e gran quantità di lampane appese nel mezzo.

Passai quindi a vedere le abitazioni, che sono intorno la Chiesa, per uso de’ Religiosi; e poi in altre danze, nelle quali trovai quantità di poveri, che ricevevano per limosina piatti di grano cotto, ed un poco di carne, e pane; ciò che si distribuisce ogni Lunedi, e Giovedi, che si chiamano giorni del giro.

Fatte le preghiere di mezzo dì, il Superiore co’ Dervis, o Religiosi passò dalla Moschea in una stanza vicina; dove era nei mezzo un palco quadro, col pavimento di tavole, alto tre palmi da terra, e serrato da balaustri lontani dal muro quattro palmi; nel quale spazio sedevano all’intorno più Turchi. Per una scala di dieci gradi si montava su d’un’altro palchetto, lungo il muro, con un gabinetto serrato di tavole; in cui, degli otto Dervis, che vi entrarono, sei sonavano flauti e tamburi; uno cantava, ed un’altro (cessando la musica) predicava. A capo della danza erano due sedie scoperte, alte sei palmi da terra: in una s’assise il Superiore, e nell’altra un vecchio vestito di rosso; a’ piedi de’ quali sedeva un’altro


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