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lo zoccolo sotto la ruota, e ritirò il piede tutto in sanguinato.

Non aggiungerò altro che un fatto, rapportatomi esatto, e che venne osservato nel 1824 in un mulo attaccato ad una bara: salendo una montagna rapida e selciata, l’animale, benchè lungo di finimenti, ricevette un violento colpo di scudiscio, manovra barbara e troppo ordinaria nei carrettieri. Questa inattesa impressione lo eccitò ad uno sforzo tale che aggrappandosi di nuovo perdette lo zoccolo, si scalzò1 dell’uno dei piedi posteriori, e perì vittima della brutalità del suo conduttore.

La separazione completa dello zoccolo in seguito di riprensione, essendo il prodotto d’un processo morboso, non s’effettua mai in modo subitaneo; questo modo di terminazione di un’affezione primitiva è sempre preceduto da molti fenomeni, che si succedono con maggiore o minore rapidità, e che a sufficienza abbiamo spiegati all’articolo riprensione.

La caduta dello zoccolo deve essere considerata, in tutti i casi, siccome accidente molto grave, non solo perchè può cagionare la morte dell’animale, ma perchè diviene il più di sovente impossibile ottenere una rigenerazione d’ugna sufficientemente perfetta, colla quale il cavallo possa rendere nuovi servigi. Se l’accidente è conseguenza dell’infiammazione delle parti contenute, consigliamo non intraprenderne la

  1. Termine volgare, ma che esprime perfettamente l’azione colla quale l’animale si spoglia di tutta l’ugna.