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però una riflessione che mi dispenserò dal qui trascrivere, perchè, lungi dal delucidare la quistione, non fa che renderla più incerta. La traduzione del l’opera di Goodwin non rinchiude veruna particolarità sulle circostanze che possono richiedere o fare rigettare la nevrotomia. Se, come asserisce Perciwall, la sezione dei nervi laterali conviene per tutte le claudicazioni croniche del piede, ad eccezione solo di quelle cagionate dalla deviazione della suola, diviene cosa inutile il raccomandare espressamente la scielta dei soggetti. Non è forse affievolire l’asserzione di Perciwall, e prevenire sfavorevolmente sui successi dell’operazione, pubblicando che Sewell ed alcuni altri veterinari inglesi non sottomettono il cavallo alla nevrotomia che all’ultima estremità, ed allorchè sono esaurite tutte le altre risorse della chirurgia? La confessione di Huzard figlio è assolutamente conforme al rapporto fattoci da Bay, veterinario spedito in Inghilterra alla fine del 1827 dall’amministrazione delle razze; tanto l’uno quanto l’altro ebbero luogo fare gli stessi rimarchi nel Collegio veterinario di Londra, e vedervi cavalli ancora claudicanti dopo l’operazione della nevrotomia.

Mi limito a queste considerazioni sopra un’operazione che offre ancora molta incertezza, ma che non doveva ommettere in un’opera specialmente consacrata al piede. Non mi permetterò alcuna rifles sione particolare: tutti i ragionamenti e le più belle teorie devono cadere contro fatti numerosi rapportati in favore della nevrotomia. Toccai la meta,