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pra il minimo appoggio, si riconosce in modo più preciso col mezzo d’uno specillo che si introduce nella puntura, e col soccorso del quale si accerta che il fondo della piaga è formato dall’osso.

Si riconosce l’esistenza e la presenza dei chiodi da strada o delle scheggie, facendo levare il piede e pulendolo con precauzione: se il corpo è nascosto nell’ugna, e poco apparente ne sia la traccia, bisogna sferrare il cavallo e pareggiare il piede a fondo, non solo per rinvenire il corpo straniero ed estrarlo, ma ancora per conoscerne la direzione, giudicare della gravità del male, come dei mezzi da impiegarsi onde guarirlo. In quanto ai rottami, restano di rado confitti nel piede, ma possono lasciarne alcune particelle che è necessario ritirare in un modo qualunque, imperocchè il loro soggiorno è sempre pernicioso.

Il trattamento degli accidenti di cui si parlò varia secondo la sede, la profondità, la natura, l’estensione del male. Allorchè il corpo vulnerante limita la sua azione all’ugna, può intaccare, distruggere più o meno questa sostanza senza cagionare alcun dolore, verun disturbo apparente nella sicurezza dell’appoggio; come pure, allorchè non penetra al di là del tessuto reticolare o che si limita al cuscinetto plantare, e che, a seconda della forma acuta o tagliente, non fa, per così dire, che dividere le fibre senza produrre laceramento e senza soggiornare, l’accidente non ha alcun esito funesto, e si dissipa da sè medesimo. L’esperienza giornaliera prova, che un