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nel loro stato primitivo. Questa considerazione non deve sfuggire al pratico, indicando la necessità di ristringere i gambi del ferro, in modo da favorire questa lodevole direzione e permettere l’avvicinamento dei talloni.

Dalle particolarità nelle quali credemmo utile cosa entrare, il trattamento locale del fungo richiede tosto l’operazione chirurgica, la quale consiste nel formare una piaga perfettamente unita ed eguale; reclama in secondo luogo metodiche medicazioni, ditte in modo da conservare questa uniformità della piaga, e condurla così sino a perfetta guarigione. Quest’ultima indicazione, tanto essenziale, si ottiene piuttosto colle ben eseguite applicazioni e colle pressioni ben stabilite, che coll’impiego dei caustici per distruggere le diverse esuberanze, e coll’uso degli stimolanti per sollecitare l’accrescimento di buone granalazioni.

Questo metodo curativo, ottimamente ragionato, e del quale l’esperienza confermò i vantaggi, non è che una modificazione di quello descritto da Solleysel. Gli eccellenti principi di questo autore avrebbero dovuto essere propagati e perfezionati nelle scuole veterinarie. Ma non fu così sino al 1804, epoca in cui Jané maggiore, figlio di un vecchio pratico, ed in allora allievo alla scuola d’Alfort, fece in presenza dei professori ed allievi di questo stabilimento molte successive e felici applicazioni della cura che seguiva suo padre per guarire il fungo, e che poco diferiva da quella descritta nel Parfait