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me volgare di rospo1. Una volta stabilita, cangia, snatura il tessuto delle parti, i suoi progressi sono lenti, ma sempre crescenti, a meno si giunga ad arrestarla nel suo decorso e farla sparire; determina la tumefazione della forchetta, la cui ugna, dapprima molle e filamentosa, si carica poco a poco di irregolari vegetazioni, dal fondo delle quali trapela un umore icoroso, nero e fetido. Il fungo offre in generale caratteri particolari, che sarebbe difficile il ben definire; stabilisce, mantiene un processo speciale, trasforma l’ugna del disotto del piede ed i tessuti sottostanti in una sostanza spugnosa, come inorganica; questa sostanza getta radici interne, mentre che all’esterno dà luogo a diverse granulazioni fibrose. Questa anomala produzione si estende insensibilmente, si propaga da ogni lato, s’approfonda di sovente a traverso i tendini flessori, sino all’osso del piede, il quale viene più o meno profondamente alterato. Benchè molli e spugnose in apparenza, queste morbose escrescenze offrono però una certa consistenza e partecipano molto della natura dello scirro.

I segni precursori della malattia di cui si tratta sono i caratteri d’una forchetta imputridita ad un alto grado, e quest’ultima alterazione può essere considerata siccome passata allo stato di cancro, allorchè la sua ugna presenta delle filandre, dei fasci fi-

  1. La denominazione di rospo (crapaud) proviene indubitatamente da ciò che l’alterazione, giunta ad un certo grado, presenta un aspetto schifoso, ributtante come quello del rettile del quale gli hanno attribuito il nome.