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zi la chiusura; e queste sorta d’irritazioni non producono che troppo di sovente l’ulcerazione della capsula articolare, la quale si perfora se non lo è di già.

In quest’ultima circostanza l’accidente è dei più gravi; in allora non solo i lembi dell’apertura non si avvicinano, ma si dilatano sempre più. La sinovia s’espande all’infuori, la materia purulenta penetra nell’articolazione, vi soggiorna ed altera le superficie diartrodiali delle ossa. Diviene in allora assai difficile, per non dire impossibile, arrestarne i guasti interni; e questi esiti tanto spiacevoli si fanno rimarcare dall’aspetto stesso che prende la piaga, dalla natura dell’umore che ne cola, dai dolori eccessivi, che obbligano l’ammalato a tenere il piede in una contrazione permanente. Le medicazioni le meglio combinate sono di rado coronate da successo; il più di sovente non fanno che ritardare la morte dell’ammalato, che bisogna sagrificare, o che soccombe in seguito alla gangrena.

La capsula articolare forma alle volte un gonfiamento considerevole, che devesi sempre rispettare, e che rende conseguentemente l’operazione più dilicata. Questi tumori emisferici, che abbiano incontrati molte volte, e dei quali uno poteva avere la grossezza d’un uovo da gallina, spariscono mediante una pressione metodica, e non ritardano la guarigione della piaga. Possono essere ricoperti da una raccolta di pinguedine, e togliersi così alla vista; l’operatore deve dunque diffidare di queste masse adipose, e guardarsi dal portarvi lo stromento ta-