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della suppurazione, D’altronde, l’esportazione completa della sostanza cartilaginosa esigerebbe molto tempo, e non si compirebbe sempre senza lesione delle parti che importa rispettare. Per giungere coll’amputazione il più vicino possibile al legamento ed alla capsula, servesi di piccole foglie di salvia, le quali devono essere bene assicurate, affine di non sviarle, anche quando l’animale eseguisce mosse violenti, contro le quali fa mestieri essere sempre in attenzione.

Il modo d’operare che abbiamo descritto non è tal mente rigoroso, che non sia suscettibile d’alcune modificazioni. Così si può, siccome fu detto, esportare la parte posteriore della fibro-cartilagine, senza prima separarla dalla parte anteriore, la cui esportazione esige sempre particolari precauzioni. In vece di esportare ad ogni colpo di foglia di salvia uno strato di cartilagine, lo si può fare a molte riprese, servendosi in allora d’una pinzetta a denti di sorcio, per afferrare e tirare all’infuori ogni porzione cartilaginosa che si amputa.

Allorchè non rimangono che alcune particelle di cartilagine, che troppo lungo e pericoloso sarebbe l’esportare, l’operazione è completa: ma se si lasciano sussistere delle porzioni intere di questa sostanza, bisogna aspettarsi allo sviluppo di nuove carie, le quali esigono una nuova operazione. Egli è d’osservazione generale che la suppurazione non distrugge le restanti parti cartilaginose che quando queste presentino poco spessore.