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vicino più che si può al letto, l’operatore dà il segnale affinchè tutti gli assistenti agiscano simultaneamente. La lunghina che abbraccia il corpo verrà tirata dalla parte del letto, mentre quella della pastoja sarà diretta indietro ed in senso contrario alla prima, affine di piegare il membro e fargli perdere l’appoggio. Allorchè questa manovra è eseguita con destrezza ed unione, si giunge a rovesciare nel primo colpo il cavallo ed a farlo cadere senza accidenti, ma se si è obbligati rinnovarla perchè non riescita dapprima, il cavallo diviene più impetuoso e più furibondo, quindi è assai difficile che si lasci abbattere, stando esso in avvertenza.

Uso del laccio solo. Durante il corso de’ suoi studi alla Scuola veterinaria d’Alfort, nel 1829, l’allievo Rohard ci comunicò il modo che un pratico gli aveva insegnato per coricare i cavalli, servendosi solamente di un laccio. Dopo avere spiegata tutta la teoria del modo di procedere ed avere stabilito che il laccio impiegato deve avere una lunghezza di venti a ventiquattro piedi pei cavalli grossi, e di venti a ventidue per quelli di mezzana statura, Rohard fece in nostra presenza e di molti altri professori ed allievi l’applicazione del metodo, che ebbe la compiacenza rinnovare ogni volta vi veniva invitato e sempre coll’eguale celerità e felice successo. Abbiamo anche noi provato,ed a molte riprese, questa manualità che richiede bensì una certa forza, ma esige più particolarmente una destrezza e prontezza tale, che l’abitudine sola può comunicare. Questo metodo