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le ricche tradizioni giacciono morte nei libri, i libri sepolti nelle biblioteche, e in fine la suppellettile del sapere viene sbandita dalla memoria degli uomini, come la sua vena spenta negl’intelletti. Né ciò è finzione o presupposto ma storia, giacché non altrimenti la barbarie prese il luogo della gentilezza antica e l’Europa dei bassi tempi smarrí le dovizie del senno italogreco; tanto che questo al suo risorgere ebbe vista e pregio di una scoperta. Cosi dalla vasta e virile sapienza di Aristotile, di Teofrasto, di Archimede, di Varrone, di Plinio, di Plutarco, degli alessandrini, si discese rapidamente all’enciclopedia ristretta e barbogia di Alcuino e di Cassiodoro e ai vagiti scientifici del Trivio e del Quadrivio.

La scienza maschia e profonda è necessaria massimamente nelle cose civili, perché sola essa può vincere le preoccupazioni radicate, dissipar l’incantesimo delle apparenze, convertire il senso volgare della plebe nel senso comune proprio della classe colta e innalzare il senso comune alla perfezione del senso retto. Se si pone in non cale o trasanda, le opinioni preconcette, non che svanire negli uomini di mezzana dottrina, penetrano eziandio nei piú dotti; e in cambio di mutare il volgo in popolo, fanno per guisa che il popolo diventa volgo. La dottrina squisita è nel giro dello scibile ciò che è l’ingegno privilegiato nell’ordine delle menti; laonde la demagogia, siccome tende nella pratica ad affogare gli spiriti eletti colla folla dei mediocri, cosi pospone nella speculativa la profonditá del sapere alla frivolezza, credendosi falsamente di supplire al diffalco di saldezza e perfezione coll’aumento di superficie. Ma «le cognizioni — dice egregiamente il Leopardi — non sono come le ricchezze, che si dividono e si adunano e sempre fanno la stessa somma. Dove tutti sanno poco, e’ si sa poco; perché la scienza va dietro alla scienza e non si sparpaglia. L’ instruzione superficiale può essere, non propriamente divisa fra molti, ma comune a molti non dotti. Il resto del sapere non appartiene se non a chi sia dotto, e gran parte di quello a chi sia dottissimo. E levati i casi fortuiti, solo chi sia dottissimo e fornito esso individualmente di un immenso capitale di cognizioni è atto ad accrescere solidamente e condurre