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• ed a prova con quelle degli altri ed esercitarsi a proporle e svolgerle in pubblico. E quando uomini colti e savi ne abbiano l’indirizzo, elle son di profitto ai giovani e alla plebe, rispetto alla quale scusano un’ instruzion piú squisita, porgendole notizia dei comuni interessi e addestrandola a parteciparvi. Ma nel maneggio di questi non si possono attribuire altra parte se non quella che tocca per indiretto a ogni opera individuale o collettizia dei privati, che influisca per natura nell’opinione dei piú. In tali termini sogliono usarsi dagli inglesi tali crocchi, e servono non poco a promuovere la civiltá di quel popolo. Ma se in vece si crede che essi bastino ad infondere la sapienza civile quasi per miracolo, se i borghesi che vi concorrono e li guidano non vi recano altro capitale che la propria ignoranza, non si può giá dire che sieno inutili, poiché imprimono nella nazione un pessimo uso, cioè quello di supplire alle idee colle parole e di essere scioperata e chiacchieratrice. Peggio poi se vogliono ingerirsi nella direzione delle faccende e imporre i loro pareri a chi regge, come nei moti recenti di Roma, dove «i circoli erano principi»! 1 ), e condussero le cose a quell’esito che sappiamo. L’unico ritegno contro questo abuso è il costume; e quando tal ritegno manca (come accade in quasi tutti i popoli nuovi alla vita civile), i ritrovi non che esser utili sono una vera peste e conducono le libertá patrie e lo Stato infallibilmente a rovina, togliendo ai rettori ogni modo di governare e corrompendo la democrazia colle licenze e esorbitanze demagogiche.

Veri ed unici fattori di una parte popolana, atta a educare sapientemente la democrazia nazionale, sono l’ingegno, la virtú e Io studio: il resto non può venire che appresso né servire che come aiuto. L’ingegno virtuoso e lo studio partoriscono la scienza, la qual sola può unire gli uomini e migliorarli quando è professata e culta dai valorosi. La de mocrazi a non è una se non ha il sapere per vincolo e per fondamento, non è italiana

(i) Farini, Lo Stato romano , t. Hi, p. 19.