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un accidente fortuito, un contrasto impreveduto, un conserto casuale d’idee, un torcere improvviso del discorso decide spesso dei partiti piú rilevanti; e il calore, l’impeto, la foga della controversia impediscono che si giudichi a sangue raffreddo e il giudizio sia guidato dalle considerazioni e previdenze opportune. E allorché si tratta di una serie di deliberazioni che richieggono unitá e accordo, come può un’adunanza numerosa condurle dirittamente? quando oggi si scordano . mille particolari delle decisioni prese innanzi e non si antiveggono le avvenire. Perciò il Machiavelli insegna che, se i molti sono atti a conservare un ordine stabilito, questo non può esser buono se non è opera di uno o di pochi b), giacché in ogni genere di componimento l’armonia delle parti non può aver luogo se non procede da una mente ordinatrice. Questi difetti son piú o meno comuni a tutti i corpi deliberativi che eccedono una certa misura, benché possano essere corretti e temperati dal senno, dalla pratica, dal genio degli abitanti, come. nel senato di Roma antica e al di d’oggi nel parlamento della Gran Bretagna.

Taluni confondono le assemblee col popolo, perché lo rappresentano. Ma tal rappresentanza è sempre imperfetta per la natura delle cose umane, e diventa illusoria quando il broglio e la corruttela s’intromettono nelle elezioni. Anche dove la scelta dei delegati sia buona, la somma può diventar cattiva, perché in ogni compagnia particolare s’insinua lo studio di corpo e di parte, che non di rado prevale all’amore del ben comune; cosicché i pochi tristi corrompono gli altri, e radunanza, quasi Stato nello Stato, diventa rivale in vece di essere interprete della nazione. Laddove le moltitudini son guidate dal senso volgare, nelle assemblee prevale il comune; ma il retto è sempre cosa di pochi e proprio degl’ingegni piú singolari. I quali soli colgono nelle materie intricate la realtá e non le apparenze, soli veggon da lungi come il lince, dall’alto come l’aquila; dove che le assemblee van terra terra, e il loro acume

(l) Disc., I, 9.