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che non si possono prevedere. Se poi sotto nome di «politiche combinazioni» si allude alla divisione dell’impero ottomano o a simili contingenze europee, non posso pure dolermi di essermene astenuto, sia perché esse non ebbero luogo, e perché i fatti mostrarono che il Risorgimento italiano poteva aver luogo senza di esse.

Degl’ «interessi materiali» non tacqui generalmente, e non ve ne ha un solo che io non ne abbia almeno fatto menzione. Ma non mi parve di dover trattenermi a lungo sopra di essi per piú ragioni. Ciò in prima sarebbe stato superfluo, perché l’importanza di tali interessi è cosi nota, cosi trita, cosi volgare, che gli uomini per questa parte non han d’uopo di essere addottrinati. Quanto all’entrare nell’inchiesta particolarizzata di cosi fatte materie, gli stessi motivi che mi distolsero dalle minutezze politiche me lo vietarono. Oltre che, mal si affaceva alPeconomia del lavoro che avea per le mani il mescere alle considerazioni dei beni morali e civili (che sono i piú rilevanti, perché base degli altri, e tuttavia i piú negletti) delle intramesse sulle strade ferrate, i banchi, i traffichi, le officine, ripetendo fuor di luogo le cose dette bene e autorevolmente dagli autori che ne fanno special professione. Era bensí a proposito l’ insistere anco sui progressi materiali, ogni qual volta taluno di essi fosse trasandato per la desuetudine e cadesse in acconcio il richiamarvi l’attenzione de’ miei compatrioti. E io il feci rispetto alla marinaresca e alle colonie, mostrando che per via della confederazione si poteano ravvivare in Italia queste due fonti di gloria, di potenza, di ricchezza, spente da tanto tempo. E notai la tendenza odierna a riportare il centro dei commerci nel Mediterraneo, che ne fu il primo seggio; veritá che fu poscia ripetuta da molti scrittori dentro e fuori della penisola.

Piú grave è il rimproccio che mi fa il signor Gualterio pel contegno da me usato intorno a un celebre instituto. «La quistione dei ge .suiti fu politicamente inopportuna, massime per i modi ch’io tenni; perché la storia delle sventure della mia patria doveva avermi appreso che non nelle divisioni ma nella concordia sola poteva essa sperare salute» (0. Mi par gran cosa che io abbia ignorata la necessitá di questa concordia, quando essa fu il tema principale de’ miei scritti politici (e in particolare di quello che

(1) Gli ultimi rivolgimenti ecc., parte il, p. 67.