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oscitanza a cui finora soggiacque; egli è chiaro che non sarebbe in grado di accettare o investirsi l’egemonia patria, e i popoli si volgerebbero altrove. E quando venissero tali tempi che fosse sperabile di poter conseguire con popolare insegna quel bene a cui la regia rinunzierebbe, tutti i buoni italiani non potrebbero esitare; e come il Correggio diceva: «Anch’io son pittore», cosi io griderei senza scrupolo: — Io pure son repubblicano. — Né altri potrebbe accusarmi d’ incoerenza o di colpa; ché anzi ripugnerei a’ miei principi dottrinali e al debito cittadino antiponendo una famiglia o una provincia alla patria. E si noti che in tal presupposto diverrebbe prudenza ciò che in ogni altro sarebbe temeritá. Imperocché la liberazione d’Italia senza l’opera del Piemonte, benché non sia assolutamente impossibile, è piena di pericoli e di ostacoli gravissimi, come abbiamo veduto; laddove è assai piú facile e sicura mediante l’egemonia sarda. Ché se tale egemonia è pur malagevole, v’ha tra i due casi questo divario essenziale: che nell’ultimo egli è bensí difficile che il Piemonte si risolva di provvedersi e abilitarsi all’incarico; ma poste le ovvie e debite provvisioni, il timore sarebbe soverchiato dalla speranza. Dove che nell’altra ipotesi l’impedimento nasce da impotenza intrinseca, cioè dalla poca proporzione dei mezzi possibili a mettersi in opera verso il fine desiderato. Ora, quando fra due partiti l’uomo elegge volontariamente il meno acconcio a sortire il suo scopo, egli è temerario; e la temeritá, che nelle piccole cose è colpa, nelle gravi è malefizio, qual sarebbe il giocare la patria salvezza. Perciò, finché v’ ha qualche speranza che il Piemonte possa, quando che sia, servire efficacemente la causa italica, si dee fare ogni potere per animarvelo; e il respingerlo indietro, il ributtare i suoi servigi, lo sforzarlo colle ripulse e colle ingiurie, come usano i puritani, a cercare la sua salute nelle braccia dei comuni nemici, sarebbe politica da forsennato. Ma se avviene che questa via si chiuda, ogni valentuomo potrá entrare nell’altra con animo riposato, ché, per quanto ella sia rischiosa, la coscienza non gli rimorderá di abbracciarla, essendo l’unica che rimanga; e checché accada, non dovrá pentirsene, anzi sentirá quella fiducia nella providenza,