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DEL RINNOVAMENTO CIVILE D’ ITALIA

(lasciando il luogo alle debite eccezioni) Tesser timidi, irresoluti, inerti, o starsi e nascondersi nei pericoli, od operare troppo tardi, rimessamente e alla spicciolata senza un’intesa e un indirizzo comune. Quindi nasce la loro impotenza, benché sieno la parte piú numerosa; quindi le facili vittorie delle sètte estreme, che hanno concordia e cuore, e massime dei puritani. E siccome i governi piemontesi soggiacciono allo stesso vizio, ne segue che i due poteri, da cui dovrebbe uscire l’egemonia nazionale d’Italia e la guardia della sua autonomia civile, sono i meno atti ad assumerle. E quando i costituzionali per poco indugino o molliscano e che il Piemonte non usi tutta l’energia e l’abilitá richiesta, i puritani vinceranno, sia perché avvalorati dai liberali piú ardenti cui verrá meno l’altra fiducia, e perché l’opera loro sará secondata da una disposizione che oggi corre e può assai in Francia e nella penisola.

Voglio discorrere di quella tendenza che porta molti a rifare il passato secolo. Il vezzo incominciò dal febbraio del quarantotto, atteso che la nuova repubblica francese era quasi un invito a riprendere gli andamenti dell’antica; perché i popoli son come gli uomini, i quali «alcuni piú ed alcuni meno, quando non imitano gli altri, sono imitatori di se medesimi» (’). E io avvertii sin d’allora il pericolo, biasimando quelli che aspiravano a «rinnovare le vili e calamitose scene che chiusero la storia italiana del secolo scorso, senza aver per iscusa l’inesperienza dei nostri padri e quel concorso di circostanze che resero allora quasi fatali le colpe e le sventure» ( 1 2 ). Uno dei principali errori della politica francese di quei tempi fu di voler iinpoye- pec ajrte e quasi a forza la forma repubblicana all’Italia, sotto uno specioso pretesto di onestá e d’interesse. Pareva pietoso consiglio, stante la fratellanza che lega insieme i vari popoli, il dare agl’italiani quelle instituzioni che sono o paiono piú liberali, e, utile cautela, il rincalzare gli ordini popolari di Francia cogli Stati della

(1) Leopardi, Opere , t. n, p. 166.

(2) Operette politiche , t. il, p. 45. «Guardiamoci da quelle stolte imitazioni che spensero in fiore tante belle speranze verso il fine del passato secolo» (1 bid., p. 37).