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a tempo prefisso, si accorda coll’etá in cui vive, e osserva nelle sue opere la legge di gradazione, la quale nasce dalla continuitá non meno che la precorrenza. E siccome, ricercando le potenze ancora implicate, non risale all’antichitá senza passare per l’etá media, cosi, mirando al futuro, si guarda di preoccuparlo di balzo anzi che di còlta. Il presente è quasi un filo, che conduce al poi ed al prima senza interruzione e abilita i valorosi ad afferrare la continuitá dello svolgimento e a procedere fin dove si può con senno, senza pericolo di smarrimento e di rovina. Ben è vero che possono abusare dei lor privilegi, ripugnando al genio (che è quanto dire al grado d’ intelligibilitá) del loro tempo; e in tal caso non hanno séguito, ché l’avvenire troppo remoto è cosi strano dal presente come il passato. Tali sono gli uomini fatti malamente a ritroso, essendo ritrosia il precorrere di troppo non meno che il rinvenire; come tanto è vano il voler navigando superare di velocitá la foga del vento, quanto a chi barcheggia sulla corsia di un fiume impetuoso il sostare a mezzo o l’andare contr’acqua.

Ciò che dico del tempo si dee pur intendere debj uogo t giacché dal concorso di entrambi risulta il morale e civile ambiente in cui altri è collocato. La corrispondenza dell’individuo coll’ambiente, o vogliam dire col clima sociale, fa che egli fiorisce e fruttifica come pianta posta in suolo che l’ami; laddove la dissonanza fa contrario effetto. Proprio dei singolari intelletti è il raffigurare esattamente i luoghi ed i tempi, misurare con precisione il grado della civiltá loro e cogliere la proporzione che gl’instituti e i trovati debbono avere verso di quelli; nel che si governano non tanto col raziocinio quanto con una spezie di accorgimento e d’istinto divinatorio che nasce dalla squisitezza della loro tempera. Il precorrere di troppo può essere effetto di forza piú ardita che savia nelle cose speculative; ma nella vita pratica nasce da incapacitá e da debolezza, arguendo ignoranza dell’effettuabile. Non vi ha dunque per questo rispetto alcun divario tra i corrivi e i retrivi, gli uni e gli altri mostrandosi inetti del pari a córre il vero essere delle cose e la continuitá graduata delle idee e degli eventi.