Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/187

Gli antichi e i suoi nemici medesimi ne parlano con formole eccessive di meraviglia b). Dalla celeritá unita all’estensione e all’energia creatrice nasce la sublimitá dell’ingegno; la quale, come quella di natura, è matematica e dinamica (*). Il sublime dinamico dell’ingegno consiste nella virtú effettrice; il matematico nel modo di esercitarla, padroneggiando lo spazio colla vastitá e il tempo colla prestezza incredibile delie operazioni. Perciò quanto piú il teatro è ampio e celere il moto, tanto piú grandeggia l’opera umana, quasi immensa, istantanea ed emula della divina. Il motto di Cesare a Zela rappresenta il sublime della subitezza, e le querele di Alessandro sull’Ifasi quello dell’altra specie. Anche per questo rispetto i grandi conquistatori delle etá scorse miravano all’Asia come al campo piú degno, perché ivi la mente e l’opera spaziano piú largamente; e si sentivano angustiati e quasi in carcere fra i termini della piccola Europa.

La fiducia, che hanno gli spiriti magni di potere padroneggiar la fortuna e riuscire negl’intenti, non procede talmente dal senso del proprio vigore che non abbia eziandio un principio piú elevato. «Chi ha da far gran cose — dice il Castiglione — bisogna che abbia ardir di farle e confidenza di se stesso e non sia d’animo abbietto e vile» (3). E come infatti potrebbe vincere

(!) «/-/orribili vi gitani 14, celeritate, diligentia est» (Gli. , . Ad Alt., via, 9). «Votare dicitur» (ibid., x, 9). «Sotitus celeritate ac terrore audactaque magis uti quam appara! 1 bus» (Appiano, De bello civili, il. 449)- a Interim Caesar subito cum paucis, praeter expectationem, non pompeianorum modo, sed suorurn quoque militum supervenit. l’anta enim itinerrs usus eral celo itale, ut antequam audiretur ipsuni in Hispaniam advenisse, a suis hoshbusque ibi conspiceretur» (Dion. Cass., Hist., xlui, 32). «I.ongissimas vias incredibili celeritate conferii, expediens meritoria rheda centena passuum millia in singulos dies: si /lumina morarentur nando traiiciens, vel innixus inflalis utribus; ut persaepe nuncios de se praevenerii» (Sukt., lui. , 57). Questa velocitá corporea ed intellettuale gli permetteva di attendere a piú cose insieme eziandio disparatissime. «Ut eral ad plura simul agenda singulari quadam mentis velocitate praeditus» (Freinshem., Suppl. ad LlV., CXLV, 46). «Scnbere aut legere, simul dictare • t audire solitimi accepimus. Epistolas vero tantarum rerum quaternas par iter librariis dictare: aut, si nihil aliud ageret, septenas (Pi.in., Hist. nat., vii, ,55). Vedi anche Plutarco, Caes., 4.

(2) Consulta il Dello, 4.

13) Cortegiano, I.