Pagina:Gioberti - Del rinnovamento civile d'Italia, vol. 3, 1912 - BEIC 1833665.djvu/176

ideale o reale delle cose a cui dee applicare l’opera sua. Prima di rivolgersi a questa, l’ingegno dee combattere e vincere gli ostacoli che gli si attraversano, i quali sono parte interni e causati dalla sua natura, parte esterni e prodotti dalla fortuna. E siccome per far cose grandi è mestieri che l’operatore abbia certi sussidi, possegga alcuni vantaggi e sia in condizione opportuna a operare, chi manca di cotali mezzi e con industria se li procaccia è tanto piú virtuoso e lodevole. Perciò i principi ereditari, non essendo autori del proprio grado né della potenza e avendo da superare minori impedimenti che gli altri uomini, di rado ottengono gran fama e durevole; e ancorché celebri, non sono gloriosi, perché il loro lustro è dovuto piú al grado che al valore, come si vede in Carlo quinto e in Lodovico quattordicesimo. Laonde il nome della piú parte di loro dura in quanto serve a coordinare e distinguere i fatti e le epoche della storia, come i termini, le spallette e le pietre miliari che segnano le strade e partono i confini. Al contrario fra gli uomini grandi sono grandissimi quelli che nascono in piccolo stato, debbon poco o nulla alla sorte, sono artefici della propria fortuna e salgono ad alto segno mediante le cure operose e gli sforzi animosi di una volontá indomita. Costoro cominciano, per cosi dire, a crear se stessi prima di estrinsecare i parti della loro mente; e il loro tirocinio è una lotta dura, lunga, ostinata contro la natura, gli uomini e gli eventi. L’antichitá ha molte figure bellissime di questo genere, come Spartaco, Sertorio, Viriate (ò; ma niuna pareggia quella di Demostene. «La storia — dice l’Heeren — non ricorda alcun uomo politico di tempera cosi pura, sublime e di un carattere cosi drammatico. Se, fresco dell’impressione ricevuta dalla sua maschia e incomparabile eloquenza, ne leggi la vita in Plutarco e ti trasferisci colla fantasia in quei tempi, porrai amore a un tal uomo come faresti all’eroe epico o tragico piú nobile e piú commovente. Vedilo, dai primi anni alla morte, in guerra colla fortuna

(i) Intorno all’ultimo vedi Dione Cassio, Fragni 78.