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e le giunture nel corpo umano C 1 ). E ai secondi io credo che alludesse il Leopardi; quando parlava di quei «modi, quanto piú difformi dalla ragione, tanto meglio conformi e corrispondenti alla natura, de’ quali abbonda il piú sincero, gentile e squisito parlare italiano e greco» ( 2 3 >. Da cotali minuzie dipende in gran parte l’inimitabile perfezione dei classici, i quali non sarebbero né classici né immortali se le avessero disprezzate. Imperocché, qualunque sia il pregio delle idee e degli affetti, egli è noto che esso non basta a tenere in vita lungamente gli autori, se non gli si aggiunge la squisitezza del dire; e che dall’espressione deriva l’impressione, cioè l’efficacia che i pensieri hanno nell’ animo dei lettori e degli udienti. Ora, siccome niuno può dubitare che la perfezione dei classici da Omero a Dante non abbia contribuito assaissimo ai progressi dell’incivilimento, se ne deduce questa .conseguenza: che la nostra lodata coltura ha molti obblighi ai gerundi e alle particelle. La conseguenza parrá strana solo a coloro i quali ignorano che il mondo intellettuale e civile ha anch’esso i suoi imponderabili o gli estimano di poco momento.

Queste ragioni spiegano il fatto della declinazione di nostra lingua, ma non lo scusano. E se valgono a diminuire la colpa dei nostri padri, non attenuerebbero punto la nostra, imperocché noi siamo in grado di conoscere ciò che essi ignoravano, vale a dire che nei secoli civili senza propria letteratura non si può essere un popolo. Se, a giudizio dell’Alfieri, non si dá «teatro nelle nazioni moderne senza essere veramente nazione» (3); rispetto alle lettere la cosa corre al rovescio, ché in vece di venir dopo la nazionalitá, elle sogliono precorrerla e si ricercano a crearla o almeno a darle perfetto essere. Ora il primo fondamento della letteratura è la lingua. «Chiunque vorrá — dice il Leopardi — far bene all’Italia, prima di tutto dovrá mostrarle una lingua filosofica, senza la quale io credo che ella non avrá

(1) Antidoto , p. 140.

(2) Opere , t. Ili, p. 233.

(3) Lettera al Calsabigi.